Differenza tra corso operatore BLSD e corso primo soccorso

Differenza tra corso operatore BLSD e corso primo soccorso

Cos’è il corso BLSD?

BLSD è l’acronimo di Basic Life Support and Defibrillation, ovvero il supporto base alle funzioni vitali e la defibrillazione. Diverso da quello BLS che riguarda solamente le manovre salvavita. Il corso di operatore BLSD è un corso che concerne la medicina del lavoro e ha come obiettivo quello di insegnare a riconoscere ed intervenire prontamente in caso di arresto cardiaco e/o respiratorio avviando fin da subito le manovre salvavita, in abbinamento all’uso del defibrillatore semiautomatico esterno (DAE).

Scopri di più sul DAE e sul suo funzionamento cliccando QUI.

Corso operatore BLSD

Il corso BLSD è rivolto ad operatori sanitari (siano essi dipendenti o volontari) istituzionalmente impegnati nelle emergenze, ma anche alla cittadinanza. E’ realizzato secondo le linee guida dell’IRC (Italian Resuscitation Council) ed è tenuto da personale autorizzato, quale medici, infermieri o personale non sanitario, adeguatamente formati, attraverso la collaborazione con i principali centri di formazione regionali. Ogni 6 partecipanti al corso ci deve essere 1 istruttore (di cui almeno un professionista sanitario).

Il corso BLSD ha una durata complessiva di 5 ore. 1 ora è dedicata alla spiegazione dei concetti teorici e le 4 ore restanti sono dedicate per attività pratica sul manichino, con un’istruzione specifica alle operazioni per eseguire il massaggio cardiaco e all’uso del defibrillatore semiautomatico esterno. Invece, la durata del corso di re-training è di un totale di 3 ore.

Cos’è il corso di primo soccorso?

Il corso di primo soccorso è un corso di formazione per addetti preposti ad agire in caso di bisogno di primo soccorso, fornendo competenze utili in modo da essere preparati all’intervento per tutti ti tipi di incidente che si possono verificare in ambito aziendale, come ad esempio casi di trauma cranico, arresto cardiaco, colpo di calore, folgorazione, frattura, lesione alla colonna vertebrale ed emorragia.

Corso di primo soccorso

Il corso è rivolto a tutti coloro che sono stati designati dal datore di lavoro e a quest’ultimo. Esistono diversi tipi di corso a seconda del gruppo cui appartiene l’azienda (A, B o C), stabilito in base al numero di lavoratori, all’attività svolta e ai fattori di rischio presenti. Il corso per le aziende che appartengono al gruppo A ha una durata complessiva di 16 ore, mentre quelle che appartengono al gruppo B e C ha una durata di 12 ore. Questo tempo, in entrambi i casi, è adoperato per insegnamento teorico e simulazioni di possibili situazioni reali.

Riassumendo

Il BLSD o Basic Life Support Defibrillation e il corso di primo soccorso possono sembrare analoghi ma il primo è da considerare come un modulo all’interno del primo soccorso. Infatti, il BLSD si focalizza solo sull’intervento in caso di arresto cardiaco e respiratorio in qualsiasi fascia di età. Invece, il corso di primo soccorso aziendale tratta delle nozioni di primo intervento per qualsiasi tipo di incidente che si potrebbe verificare in azienda, incluso l’arresto cardiaco e respiratorio.

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Defibrillatore (DAE) e formazione BLSD

Defibrillatore (DAE) e formazione BLSD

Che cos’è un defibrillatore automatico esterno (DAE)?

Il defibrillatore (DAE) è un dispositivo medico in grado di effettuare la defibrillazione delle pareti muscolari del cuore in maniera sicura, dal momento che è dotato di sensori per riconoscere l’arresto cardiaco dovuto ad aritmie, fibrillazione ventricolare e tachicardia ventricolare.

Le tipologie di defibrillatori esterni esistenti

Sul mercato esistono due tipi di defibrillatori, utili per la medicina del lavoro: il defibrillatore automatico e quello semiautomatico esterno e la loro differenza consiste prevalentemente nella modalità di attivazione della “scarica”. Nello specifico:

  • Quello automatico possiede un solo pulsante “ON/OFF”: dopo aver fissato i “PADS” (piastre) o “elettrodi” sul paziente è sufficiente accenderlo. Automaticamente il defibrillatore determina se effettuare la Scarica/Shock e vi provvede, senza alcun intervento dell’operatore.
  • Quello semiautomatico ha due tasti: il pulsante di accensione e spegnimento “ON/OFF” e il pulsante “SHOCK”. In questo secondo caso, dopo aver attaccato gli elettrodi, il defibrillatore acceso effettua i controlli sul paziente e si predispone, solo qualora lo stesso defibrillatore ne determini la necessità, per la scarica, pilotando l’operatore (mediante comandi vocali) al rilascio dello shock attraverso lo specifico pulsante rosso.

Perchè il defibrillatore semiautomatico esterno è ritenuto più sicuro di quello automatico?

Questo è ritenuto più sicuro in quanto l’operatore che lo utilizza attiva volontariamente la procedura di scarica, potendo quindi accertare le condizioni di sicurezza “ambientali” prima dello “shock”.

Chi ha l’obbligo di possedere il defibrillatore semiautomatico DAE?

Il decreto 24 aprile 2013 ha disposto (articolo 5, comma 5) l’obbligo per le società sportive professionistiche e per quelle dilettantistiche di dotarsi di defibrillatori semiautomatici. Inoltre, sempre secondo il decreto, deve essere presente personale formato e pronto ad intervenire. Inoltre il DAE deve essere facilmente accessibile, segnalato e funzionante, e i corsi di formazione devono essere tenuti da centri di formazione accreditati, come 626Medica srl (medicina del lavoro) di Gruppo Wedoot Italia.

Le attività sportive escluse dall’obbligo di possedere un DAE

Armi sportive da caccia, biliardo sportivo, bocce, bowling, bridge, cinofila, cronometraggio, dama, freccette, giochi e sport tradizionali, come birilli, lippa e tiro con la fionda, go, golf, medicina dello sport, minigolf, motonautica, orientamento, pesca sportiva, scacchi, sport dell’aria, come aeromodellismo, tiro a segno, tiro a volo, tiro con l’arco, vela.

Quali sono le verifiche necessarie per i DAE?

I DAE devono essere soggetti a controllo periodico e secondo le linee guida CEI 62-148 è una volta ogni anno per le apparecchiature che sono usate nei locali di chirurgia, e una volta ogni 2 anni per quelle usate in tutti gli altri locali.

Il corso di Basic Life Support Defibrillation (BLSD) e l’uso del DAE

626 Medica srl, che si occupa di medicina del lavoro, organizza corsi di Basic Life Support Defibrillation con l’obiettivo di far apprendere ai partecipanti la sequenza di rianimazione di base nell’adulto in arresto respiratorio e/o cardiaco, le manovre da eseguire nel caso di ostruzione delle vie aeree e le abilità relative all’utilizzo del defibrillatore semiautomatico esterno.

A chi sono rivolti i corsi per la formazione BLSD?

I corsi BLSD sono rivolti a tutti gli operatori sanitari e alla cittadinanza.

Come ottenere la certificazione BLSD e come rinnovarla

Alla fine del corso e in seguito al superamento della valutazione si otterrà una certificazione della validità di 24 mesi. Per rinnovare la certificazione è necessario seguire un corso di riaddestramento, estendendo la validità per altri 24 mesi.

Quali sono le possibili sanzioni?

  • La mancata manutenzione periodica dei defibrillatori comporta una sanzione tra i 1.000 e i 2.000 euro.
  • L’inosservanza dell’obbligo di dotazione del defibrillatore comporta la chiusura dell’attività fino alla regolamentazione.
  • L’assenza del personale abilitato durante l’orario di attività e l’inosservanza degli obblighi di formazione costituisce, a carico dei gestori, una sanzione che va da un minimo di 2.500 euro a un massimo di 5.000 euro.

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Visita medica del lavoro: tipologie e svolgimento

Visita medica del lavoro: tipologie e svolgimento

Quando avviene la visita del medico del lavoro e come si svolge?

La visita svolta dal medico del lavoro è a tutti gli effetti una normale visita di controllo. La visita medica del lavoro è programmata, periodica e obbligatoria. Il dipendente è inoltre tenuto a svolgerla durante l’orario di lavoro.

Il medico del lavoro controlla lo stato generale di salute del lavoratore e tutti i parametri vitali. In questo modo, l’esperto riesce a giudicare l’idoneità del soggetto allo svolgimento della propria mansione.

Leggi anche la storia della medicina del lavoro per conoscere le sue origini.

Cosa si intende per sorveglianza sanitaria?

Come anticipato, le visite mediche sono periodiche e rientrano, coerentemente con quanto previsto dalla legge per livello di rischio aziendale, all’interno di un piano di sorveglianza sanitaria. Il medico competente svolge non solo le visite programmate, ma anche quelle richieste dal lavoratore stesso, purché coerenti con i rischi corsi nell’ambiente di lavoro.

Quanti tipi di visite mediche del lavoro esistono?

Visita medica pre-assuntiva

Scopo della visita pre-assuntiva è assicurare che il lavoratore sia idoneo alla mansione che si appresta a svolgere e che la sua salute non venga da essa messa a rischio.

A partire dal 5/05/2023 è stato modificato il Decreto Legislativo 81/2008, con modifiche sostanziali per quanto riguarda il medico competente. Infatti, in occasione delle visite di assunzione, è necessaria la cartella sanitaria rilasciata dal precedente datore di lavoro, in modo da tenerne conto ai fini della conformità al lavoro.

Visita medica periodica

E’ il medico competente a definire la periodicità della visita medica del lavoro sulla base del tipo di attività svolta e funzionale al livello di rischio. La visita medica periodica è atta al confermare l’idoneità del lavoratore.

Visita medica su richiesta

Nel momento in cui egli ritiene che l’attività professionale interferisca con il proprio stato di salute, il lavoratore può richiedere di essere visitato dal medico competente. Al fine di essere accolta, la richiesta deve tuttavia presentare motivazione valida per l’accertamento sanitario del dipendente.

Visita medica per cambio mansione

In occasione di cambio mansione, il datore di lavoro informa il medico competente. La nuova attività svolta può prevedere l’esposizione a fattori di rischio non menzionati nella precedente sorveglianza sanitaria. Lo scopo sarà, anche in questa circostanza, quello di appurare l’idoneità del lavoratore.

Visita medica di fine rapporto

Se il lavoratore in questione è entrato in contatto con sostanze tossiche o radiazioni, è obbligatorio che egli svolga un’apposita visita medica del lavoro. Lo scopo è quello di accertare che il dipendente non abbia subito danni alla salute durante lo svolgimento dell’attività lavorativa.

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Il ruolo del medico competente

Il ruolo del medico competente

Chi è il medico competente?

Secondo quanto definito dal D.Lgs 81/08, il medico competente è una figura professionale impiegata nello svolgimento di attività di sorveglianza sanitaria e visite mediche. Vediamo di seguito il ruolo e le azioni principali del medico competente.

Quali sono le funzioni del medico competente?

Le attività che spettano di ruolo al medico competente, soprattutto nella visione delle più recenti disposizioni in materia di medicina del lavoro, sono ampie ed inserite in numerosi contesti aziendali.

La funzione del medico competente non è quindi limitata alla sola esecuzione delle visite mediche, sebbene queste rappresentino un momento importante di contatto diretto con i singoli lavoratori. Tali controlli medici, nella definizione classica della medicina del lavoro, rientrano nella prevenzione secondaria, in quanto hanno lo scopo di evitare che eventuali agenti nocivi o prassi errate, non determinino uno stato di malattia. In alternativa, esse consentono il rilevamento precoce di una tecnopatia.

Il medico competente si occupa anche di quella che è definita prevenzione primaria. Con questa espressione si indicano tutte quelle azioni utili a evitare al lavoratore l’esposizione ad agenti nocivi oppure a evitare lo svolgimento di pratiche corrette, ma potenzialmente rischiose. Poiché la prevenzione non può essere totale, si rendono necessarie le visite mediche mirate a valutare in modo oggettivo la compatibilità tra l’esposizione ai vari fattori di rischio e lo stato di salute dei lavoratori.

Importanza per la salute e sicurezza sul lavoro

Date queste premesse, le visite mediche preventive e periodiche, non vanno viste come una eventuale selezione di soggetti più capaci o resistenti, né come attività atte a tutelare interessi estranei al lavoratore, ma sono volte ad assicurare la sicurezza sul lavoro nelle aziende. Scopri di più in merito su Gruppo Wedoot Italia.

In quest’ottica, il ruolo che la legge riserva al medico competente si esplica anche in fase preventiva. In circostanza cioè della valutazione dei rischi e della partecipazione del medico alla riunione periodica annuale. Quest’ultima risulta obbligatoria per aziende con più di 15 lavoratori e consiste nel resoconto dell’attività aziendale in materia di sicurezza dei lavoratori.

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Sorveglianza sanitaria

Sorveglianza sanitaria

Cos’è la sorveglianza sanitaria?

Per sorveglianza sanitaria si intende l’insieme di tutte quelle procedure e accertamenti sanitari eseguiti dalla medicina del lavoro, nello specifico dal medico competente aziendale, con lo scopo di salvaguardare la salute dei lavoratori tramite sopralluoghi e visite mediche specifiche.

Scopo delle visite ed esiti

Gli scopi principali della sorveglianza sanitaria sono:

a)    Identificare eventuali condizioni negative di salute in uno stadio precoce al fine di prevenire un ulteriore aggravamento, soprattutto se correlato all’attività lavorativa;

b)   Identificare i soggetti portatori di condizioni di ipersuscettibilità, per i quali vanno previste misure protettive e più cautele rispetto agli altri lavoratori;

c)    Contribuire all’accuratezza della valutazione del rischio collettivo ed individuale;

d)   Verificare nel tempo l’adeguatezza delle misure di prevenzione adottate nei luoghi di lavoro;

e)    Raccogliere dati clinici per operare confronti tra gruppi di lavoratori nel tempo e in contesti lavorativi differenti;

Quali sono i giudizi che possono essere espressi dal medico competente a seguito dell’esecuzione delle visite? In base alle risultanze delle visite il medico esprimerà uno dei seguenti giudizi:

a)    Idoneità alla mansione;

b)   Idoneità parziale, temporanea o permanente, con prescrizioni o limitazioni;

c)    Inidoneità temporanea alla mansione;

d)   Inidoneità permanente alla mansione;

Il medico esprime tale giudizio per iscritto dandone copia al lavoratore e al datore di lavoro. Nei casi di giudizio di inidoneità temporanea saranno precisati i limiti temporali di validità della prescrizione.

Quando è obbligatoria la sorveglianza sanitaria?

Non è obbligatoria per tutti i lavoratori.

Il medico competente interviene per effettuare la sorveglianza sanitaria:

  • nei casi previsti dalla normativa vigente;
  • nel momento in cui il lavoratore ne fa richiesta, a condizione che essa sia ritenuta correlata ai rischi lavorativi.

La normativa prevede che la sorveglianza venga effettuata in presenza di questi rischi:

  • Movimentazione manuale di carichi;
  • Videoterminalisti;
  • Rischio agenti fisici;
  • Rischio rumore;
  • Rischio vibrazioni;
  • Rischio campi elettromagnetici;
  • Rischio radiazioni ottiche;
  • Rischio agenti chimici;
  • Rischio agenti cancerogeni e mutageni;
  • Rischio amianto;
  • Rischio agenti biologici.

La sorveglianza sanitaria è prevista infine in caso di:

  • lavoro notturno;
  • lavoratori disabili;
  • lavoratrici in gravidanza.

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Qual è la storia della medicina del lavoro?

Qual è la storia della medicina del lavoro?

La storia della Medicina del Lavoro prende il via nel 1500. La disciplina nasce con lo scopo di garantire il benessere fisico e psichico dei lavoratori.

La prevenzione ha sempre rivestito un aspetto chiave nella materia, sebbene inizialmente essa si concentrasse maggiormente sulle patologie riguardanti gli addetti al lavoro manuale.

Gli enti a cui si deve la nascita della Medicina del Lavoro sono l’ILO e il WHO. Essi infatti ne definirono le linee guida all’interno di una apposita conferenza nel 1955.

Non si tratta tuttavia del primo approccio alla materia. La storia della medicina del lavoro si rintraccia già nell’antichità, quando Ippocrate insegnava ai propri studenti gli effetti determinanti della professione nell’insorgenza di patologie. Persino all’interno della Bibbia vi è un riferimento ai rischi legati al lavoro. Basta analizzare il versetto ”Farai un parapetto intorno alla tua terrazza, per non attirare sulla tua casa la vendetta del sangue, qualora uno cada di là”.

Diversi secoli dopo, la Rivoluzione Industriale (seconda metà ‘700 – prima metà ‘800) definì nuovi ritmi di lavoro all’interno delle fabbriche. La crescente richiesta di mercato impiegava lavoratori (anche minorenni) in turni che andavano oltre le 10 ore quotidiane. Fu proprio in questo periodo che le condizioni dei lavoratori raggiunsero un livello preoccupante.

storia della medicina del lavoro - 626 medica

Sul fronte italiano, tra 800 e 900, una maggiore consapevolezza dei rischi legati alla professione indusse alla creazione di una garanzia assicurativo-previdenziale, tanto che nel 1883 si stipulò una convenzione per l’assicurazione volontaria, successivamente Cassa Nazionale Infortuni (CNAIL). Nel 1901 ebbe invece luogo il primo “Congresso internazionale sulla Medicina del Lavoro per le Malattie Professionali“.

Sempre sul fronte nazionale fu solo a partire dal 1929 che la Medicina del Lavoro fu ufficialmente riconosciuta con la fondazione della Società Italiana di Medicina del Lavoro (SIML) e l’istituzione della sua figura chiave: il medico del lavoro (dapprima noto come medico di fabbrica), che costituirà un punto cardine nella storia della medicina del lavoro.

A ciò seguirono normative dedicate alla regolamentazione della prevenzione degli infortuni o dell’igiene sul lavoro, fino a giungere al D.lgs. 19/09/1994, n. 626

 

L’entrata in vigore del Testo Unico 81/08 ha reso uniforme e maggiormente semplificato quanto presente nel D.lgs. 19/09/1994, n.626 con 306 articoli e 51 allegati. Il T.U. 81/08 include pertanto norme relative alla prevenzione nei luoghi di lavoro, alla sorveglianza sanitaria, alla segnaletica di sicurezza e ai rischi generici, quali le misure di primo soccorso e la prevenzione degli incendi.

 

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La Medicina del Lavoro in 5 punti

La Medicina del Lavoro in 5 punti

1. Cosa fa la Medicina del Lavoro?

Prevenzione, diagnosi e trattamento delle malattie legate all’ambiente professionale.

La figura incaricata all’esercizio della Medicina del Lavoro è per l’appunto il medico del lavoro, il quale opera nel fine di salvaguardare la salute dei lavoratori.

2. Cosa distingue il medico del lavoro dal medico generico?

Mentre il medico generico (o di base) si occupa del benessere fisico e psichico dell’individuo, il medico del lavoro ha conseguito competenza nell’individuare i sintomi provocati dall’esposizione del lavoratore a rischi specifici.

I rischi posso includere agenti biologici (parassiti; batteri), stress lavoro correlato, agenti fisici (raggi; radiazioni), agenti chimici e relativi danni ad apparati (respiratorio; nervoso; digerente; tegumentario).

3. Cosa può decidere il medico del lavoro?

Il legislatore prevede che il medico del lavoro collabori con datore di lavoro e responsabile del servizio di protezione e prevenzione attraverso la sorveglianza sanitaria diventando parte attiva della tutela del lavoratore.

4. Quando è obbligatorio nominare il medico competente?

Il medico competente va nominato nel momento in cui l’azienda di riferimento è soggetta a sorveglianza sanitaria. In altre parole, quando vi è necessità di accertare lo stato di salute dei lavoratori. Sarà l’esperto competente in medicina del lavoro a effettuare gli accertamenti preventivi e periodici in azienda.

5. Come scegliere il medico competente?

Ogni azienda può scegliere di rivolgersi a liberi professionisti oppure a strutture tra i cui servizi vi siano prestazioni di medicina del lavoro. Gestire la salute e la sicurezza in azienda richiede esperienza e competenza globale in merito alle disposizioni del D. Lgs 81/08, per questo motivo consigliamo ai datori di lavoro di affidarsi a Gruppo Wedoot. Attraverso 626 Medica, 626 Antincendi e Formativa potrete ottenere la migliore consulenza professionale di medici, esperti e tecnici qualificati nel settore.

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